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Considerazioni sulle ragioni del dissesto economico e sociale mondiale

Considerazioni sulle ragioni del dissesto economico e sociale mondiale

Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 11/01/2014 18:58:18

Negli ultimi anni ho tentato – articolo dopo articolo – di dipanare una matassa assai aggrovigliata: quella relativa alle interconnessioni che, a livello planetario, mettono in stretta relazione i (pochi) veri potenti del mondo. Nessuna teoria della cospirazione: fatti. Documentati. Ho riportato nomi di fondatori e iscritti a “Think tank” – così chiamano queste fondazioni i cui soci - banchieri, politici di rango e industriali – ad ogni riunione (blindatissima, solitamente) chiacchierano amabilmente sulle migliori strategie per utilizzare gli esseri umani per scopi non esattamente umanitari.  Una delle più recenti fondazioni di tale tipo la dobbiamo a Mario Monti: Bruegel si chiama e ha sede a Bruxelles. E' la sua lobby personale, diciamo così, per semplificare.

Solo per chi persino alla parola “propaganda” storce il naso, pur subendone ogni giorno della propria vita gli effetti, può considerare come “visioni complottiste” una lunga serie di fatti che, in special modo dall’inizio dello scorso secolo, sono stati l’inizio del cambiamento globale dei sistemi sociali attraverso il controllo da parte della politica e del mondo della Finanza. che molti pensano essere cosa di oggi, al massimo di ieri, senza però comprendere che alla base di tutto non c’è “l’incapacità della politica a gestire la cosa pubblica” a livello nazionale e internazionale, bensì una enorme capacità collettiva dei signori della politica mondiale, dei finanzieri di alto livello e di una manciata di industriali per cui perdere un miliardo di dollari in un secondo, giocando al gioco della “Guerra dell’alta finanza” vale come per noi poveri mortali, aver smarrito un euro attraverso un buco nella tasca. Realtà di livello troppo alto per essere comprese dalle masse.

Così è da sempre. Così per certi versi, deve essere. Il Nuovo Ordine Mondiale, di cui tanto ho scritto, altro non è se non un accordo – iniziato negli anni ’20 dello scorso secolo attraverso la fondazione del CFR (Council on Foreign Relations) a New York dalla ricca famiglia dei Rockfeller che, per garantire che la fondazione mai sarebbe passata di mano ad altri, mise a disposizione persino il terreno su cui venne edificata la sede mondiale – fra banchieri, politici e industriali. Invece di farsi la guerra, decisero all’epoca di stringere un patto. Un sodalizio.

Compresero – loro si! – che la coesione rende vantaggi molto più della divisione. E che mettendo insieme le teste (e che teste!) avrebbero potuto gestire meglio i propri affari ma a livello mondiale e in sinergia. Chi ha più cervello capisce che – fra simili – si lavora meglio essendo uniti. La storia insegna che, molto spesso, ha più cervello chi ha saputo conquistarsi un posto di rilievo su questo pianeta. Non parlo dei salta poltrona della politica. Parlo di persone come John D. Rockefeller o Franklin D. Roosevelt, co fondatori del CFR. Belle teste, altro che salta poltrone.

Fu Roosevelt, a due settimane da Pearl Arbour a proporre la creazione della Commissione Consultativa Presidenziale affinché si occupasse della politica estera post bellica: la stessa che, sempre dietro sollecitazione di Roosevelt, creò l’ONU nel 1945. Se non si conoscono le cose, se non si studia la Storia in maniera approfondita, diviene troppo facile esprimere sterili concetti su tutto ciò che riguarda la politica nazionale e internazionale, l’economia, la finanza: non lo pensate anche voi…? Viviamo immersi in un sistema complesso, ognuno nella nazione di riferimento. Ciò non significa che la nazione in cui viviamo sia scollegata dal resto del mondo e di conseguenza, che non esistano interrelazioni molto profonde fra i governi di tutto il mondo. Non era così nemmeno ai tempi dei Cesari o di Marco Polo – parliamo del 1200 - che nei diciassette anni vissuti in Asia e in un’epoca in cui non esistevano gli aeroplani e nemmeno Internet per comunicare velocemente o spostarsi da una parte all’altra del globo in poche ore, fu investito da alte cariche governative: pensate forse che Marco Polo non abbia nella sua vita di politico in Asia, stretto accordi economici e politici che travalicavano i confini del continente asiatico? Certo che si.

Tornando al Nuovo Ordine Mondiale, esso altro non è se non il susseguirsi di accordi, strategie, decisioni prese in altissimo loco, da potenti signori che, statene certi, il più delle volte non hanno mai mostrato una sola volta il loro viso in televisione. Accordi tesi ad utilizzare un carburante – gli esseri umani “comuni” – che a seconda dei casi vengono usati, sfruttati, schiavizzati, provati di diritti, sperimentati e persino uccisi in massa.

Caro lettore: tu che ogni giorno ti fai una serie di domande semplici, del tipo: “Ma perché i politici non capiscono che ci stanno distruggendo”? Hai mai provato a pensare che lo fanno sapendo bene cosa stanno facendo? Ti chiederai, da cittadino comune, da persona che conserva nel DNA robetta tipo il criterio di onestà, giustizia, onore e balle varie: “Perché”? La risposta, credimi, è semplicissima: i pochi veri potenti su questo pianeta, hanno a cuore un solo criterio. La conservazione dei pochi potenti e un nugolo di strettissimi. Ricorda che le risorse energetiche sono giunte al termine, che le riserve alimentari stanno finendo e che persino molte razze animali si stanno estinguendo. Se tu facessi parte dei pochissimi potenti della terra, moriresti tu per dar da vivere ai popoli? Rispondi onestamente…

Oggi, in tutto il mondo occidentale, si è definito un progetto iniziato nel secolo scorso: la distruzione della classe media. Non era un gioco difficile da vincere. Negli USA ci sono riusciti facendo indebitare – in pratica – tutti i cittadini di classe media e bassa, con la deregulation: un processo per cui si apre al credito con la scusa di agevolare il mercato interno, ma poi quel credito può essere chiuso. All’improvviso. Generando la distruzione di un’intera classe sociale. Da noi, è iniziata la distruzione della classe media nel 2001, con l’avvento dell’euro: ti sei mai chiesto, caro lettore, per quale ragione in Italia nessuno è stato informato dalle istituzioni sul fatto che, fino allo scorso anno circolava la doppia moneta? Si: potevamo ancora usare le Lire, come accade in Germania ancora oggi.

E ti sei mai chiesto le vere ragioni per cui oggi la tua capacità d’acquisto è pari a quella di un povero anche se sei – o meglio eri – facente parte della classe media? Perché col passaggio lira/euro nessuno volle adeguare stipendi e pensioni ma furono raddoppiati immediatamente i costi. Non ci voleva un genio, per capire cosa stesse accadendo. La moneta da un euro e addirittura da due, sono state coniate apposta. Se le avessero fatte in carta, ognuno di noi avrebbe già all’epoca dato il giusto peso al denaro che ci transitava in tasca. Invece, strategicamente, ci hanno messo in tasca le “monetine”. Peccato però che una “monetina” da due euro erano 4.000 lire.

Chissà quante ne hai spese o date come mancia, nei primi anni dell’avvento dell’euro… Mi fermo qui.

Solo per non rendere troppo lungo questo editoriale. L’amico Vittorio Feltri, mi direbbe subito: “Più sintetico: altrimenti perde impatto”. Ha ragione: purtroppo oggi non si perde nemmeno tempo a leggere bene ciò che scriviamo a vostro personale vantaggio. Un tempo i giornali si leggevano articolo per articolo, parola per parola. E se qualcosa non si comprendeva, si apriva persino il dizionario. Si sono perse troppe cose. Peccato…


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